Weegee: storia di un fotogiornalismo speciale…

“Queste fotografie di Weegee non sono assolutamente un fenomeno isolato, anche se costituiscono il primo contributo rilevante del giornalismo di attualità alla fotografia intesa come medium creativo” Paul Strand, 1945

 

Weegee-International_Center_of_Photography

Le origini

Tutti lo conoscono come Weegee ma di nome faceva Usher fino all arrivo a Ellis Island dove prese il nome di Arthur. Scappò da quella che oggi è l Ucraina con la sua famiglia a soli 11 anni nel 1910, ma l arrivo in America non riuscì a migliorare la propria condizione di vita.

Il padre che aveva studiato da rabbino non aveva un lavoro fisso, bensì piccoli lavoretti umili e così anche Arthur fu costretto a scendere nelle strade della grande mela in cerca di occupazione. Infatti nel 1914 abbandona gli studi ed inizia a lavorare in un primo momento come assistente fotografo (non molto retribuito) poi la situazione si complica ulteriormente quando se ne va da casa.

Vive così un periodo come senzatetto, riuscendo a volte a trovare piccole occupazioni saltuarie come lavapiatti, garzone e impieghi alla giornata. Nel 1918 la svolta, viene assunto da Ducket & Adler dove lavora come tutto fare, sia come assistente fotografo sia come facchino, per poi dopo tre anni viene finalmente assunto dal New York Times come assistente alla camera oscura.

wee_Einstein-Press-STAMP-1933-Nobel-ACME-NEWSPICTURES-400px

il timbro apposto sul materiale di ACME NewsPictures inc in cui si chiedeva all’utilizzatore della foto di citare i crediti

Gli anni venti e la carriera da freelance

Nel 1924 si trova all Acme Newspictures, un’agenzia fotografica che si occupa di procurare immagini per varie testate giornalistiche della città. Oltre a questo impiego inizia ad avere alcune collaborazioni come foto reporter, fino al 1935, quando stufo di veder pubblicati i propri lavori senza crediti, intraprende la carriera di freelance. Va a vivere in un monolocale in Central Market Place, vicino di casa di numerosi artisti e giornalisti che si occupano di crimine, vicino a negozi di armi e stazioni di polizia.

Ed è proprio da questi uffici che ricava le informazioni per il proprio lavoro, prima seguendo la telescrivente che a mezzanotte di ogni giorno informava sugli accadimenti in città e poi attraverso una radio della polizia che installò in auto e in casa. Le notizie della polizia e le conoscenze con losche figure newyorkesi (spacciatori, gangster, spogliarelliste ecc) permisero a Arthur di trovarsi al posto giusto nel momento giusto….spesso fiutando l accadimento ed arrivando prima della polizia.

Weegee quindi, ovvero la storpiatura di “ouija” il nome del dispositivo formato da una tavola alfabetica e una lancetta che nelle sedute spiritiche viene utilizzato per ottenere informazioni dall’aldilà.

wee_Klat_Weegee_19972_1993

Murder is my business!

Nel 1941 la Photo leauge di New York gli dedica la prima mostra “Murder is my business“, una serie di foto e articoli di giornale appese a pannelli, senza cornice, come se fossimo all interno di una stazione di polizia di fronte ad una bacheca su cui si appuntano indizi e tracce per piste di un caso si omicidio.

wee_weegee_naked_city_new_york_essential_books_1945_8_239_black_and_white_d5505187h

Naked city, il libro leggenda

Passano quattro anni dalla mostra e Weegee aka Arthur, pubblica: “Naked city“, con ben 239 immagini, che egli stesso dedica alla sua città, New York, nella quale vive a fondo ogni attimo, aspettando la notte.

In questo libro, fotogiornalismo e ricerca artistica si fondono, la cruda realtà esce dalla stampa in bianco e nero dai forti contrasti (Weegee amava usare il flash anche di giorno) ed i corpi diventano l object trouve difronte alla fotocamera.

wee_2016-07-25_184905 wee_2016-07-25_184927

Murder is my business a NYC nel 2012

Nel 2012 l International center of photography di New York, ripropone con grande successo “Murder is my business” che ho avuto la fortuna di visitare perché mi trovavo in città. L allestimento e le foto, hanno permesso allo spettatore di fare un salto indietro nel tempo.

Potete osservare la mostra, che è passata in Italia l’anno successivo, dal sito del centro internazionale di fotografia di New York cliccando qui

Alcune immagini di Weegee dal canale YouTube di “The art of photography”